Diamante Indaco: una fenice tra le pagine

Diamante Indaco una fenice tra le pagine
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D. Chi è Diamante Indaco?

R. Sono Flaminia Arigoni, in arte Diamante Indaco. Sono nata e cresciuta a Roma dove ho compiuto gli studi, mi sono diplomata in un comune liceo linguistico immerso nella capitale italiana. Sono appassionata di diverse correnti poetiche, tra cui i poeti maledetti in particolare di Arthur Rembaud; a volte nei suoi occhi giovani e ribelli, vedo la mia anima.

D. Cosa ci puoi dire della tua prima pubblicazione?

R. La mia prima pubblicazione “oltre il velo” nasce cercando di abbracciare tutte le donne del mondo, in particolare le donne islamiche; i diritti delle donne, sono un movimento al quale ogni donna ha il dovere di sottoporsi.

D. Cosa è per te la scrittura?

R. Considero la scrittura quasi una vocazione per la quale, all’età di tredici anni, ho dato vita alla composizione della mia prima poesia.

La scrittura per me è un istinto indomabile, la fantasia e le emozioni mi sovrastano, ed io non posso fare altre che concedermi al suo volere.  ogni pensiero è stato inciso su carta, ricordo quando avevo quattordici anni,  durante le lezioni liceali, cercavo di dileguarmi nei bagni per potermi nascondere e scrivere i miei pensieri , essi sentivano una viva necessità di essere trascritti e se cosi non fosse stato avrei  trovato tormento fino al momento in cui attraverso delle sottili pagine bianche , i miei pensieri non avessero preso la forma più elegante con il quale un foglio possa entrare in contatto.

Macchiato da un elegante inchiostro nero, grazie al quale è nato il mio amore per la scrittura.

Ho iniziato a costruire intorno a me un mondo parallelo; diverso da quello apparente, lo stesso mondo che sentiva il bisogno di concedersi all’umanità.

D. Quando hai pubblicato il tuo primo racconto?

R. Nel 2021 dopo molti anni trascorsi in solitudine con le mie pagine ho scelto di pubblicare per la prima volta un mio racconto: la Fenice di Beirut, un racconto che metterà in evidenza la necessità umana di comunicare le proprie emozioni, continuamente soffocate da un era proiettata al consumismo.

Sono una scrittrice emotiva e desidero mettere in rilievo la condizione di una società dove l’anima è stata violentemente sostituita dall’apparenza.

Corpi umani vittime di protesi :“devi essere bella, non essere”. Questo è ciò che sta infettando attualmente la nostra razza umana, non importa che tu non sia, la cosa essenziale è  che tu lo debba sembrare. Questo tema viene da me ripreso in maniera ricorrente.

Nata nella città eterna e poi turista, ho attraversato il mondo con gli occhi di una scrittrice, con un cuore umano ho scelto di filtrare tutte le vibrazioni del mio stato emotivo .

D. Qual è l’obiettivo poetico di diamante Indaco?

R. Amo gli opposti, in quanto geniali; il mio obiettivo poetico, è quello di costruire un ponte di congiunzione tra ciò che l’uomo sceglie costantemente di dividere.

Amore e odio si incontreranno; amici e e nemici passeranno ottimo tempo insieme; il ricco e il povero faranno lo stesso lavoro, e la scienza diverrà la strada che conduce a Dio: il  prete  si farà scienziato.

Con la mia arte, desidero unire e non dividere poiché:  tutto appartiene allo stesso luogo di un esistenza  affine ad ogni essere vivente. L’umanità così,  verrà unita nelle braccia dell’ amore universale.

D. Cosa ci puoi dire dei tuoi testi?

r. Le pubblicazioni e le partecipazioni dei miei testi si prestano a diverse antologie in cui sperimento il primo approccio in un mondo in cui per mia natura proseguirò a vivere, forse priva di ogni tempo.

La poesia scioglie i nodi dell’animo.

costruisce e dirige il sentire.

Ella è  traccia certa

Di un passaggio umano.

Credo inoltre che la poesia debba intrattenere e tal volta far sorridere.

Mi piacerebbe cospargere la poesia di ogni emozione, spogliare il mio animo e renderlo visibilmente nudo.

D. Vuoi ringraziare qualcuno?

R. Ringrazio il grande poeta Federico Faccioli, mio agente letterario, per aver dedicato tempo al nostro reciproco amore per la scrittura; per avermi insegnato a non smettere di credere nei propri sogni.

Ringrazio tutti voi lasciandovi entrare nei luoghi del mio lucente inferno.

Lei fu il raggio,

attraverso il quale mi sopraggiunse la speranza,

nelle notte di un buio universale

sotto i riflettori di un cielo nebbioso,

Mi Parlava di luce

scomparve la tristezza è il buio divenne lucente

ogni luogo ove il mio cuore si adagiava

Presto fu cosparso d’oro,

brillammo una notte

cento giorni a seguire

l’eclissi d’un cuore

fu solo il ricordo di un mancato avvenire.

A mani giunte

Pregai il cielo perché nel petto  ero affranto, abbattuto  e  demolito,

Con un calice di vino e il mio cadavere fu servito,

allegramente e con grande pena si innalzava l’idolo di un era,

il demonio non si nasconde

sbrana carni e teste di persone ghiotte,

datemi un penny uno soltanto,

accenderò un cero al vostro cuore infranto,

scorpioni

si aggirano sul mio petto

ed io nudo

su di un divano silenziosamente  ti aspetto.

Torna ancora mia Smeralda

torna

io mi nutrirò il petto di evocanti azioni d’amore,

io sarò tuo amante,

un gioiello sul tuo dito sottile

che possa darti in dono l’equilibrio

siamo nudi

di e rancore e vergogne

tu ti svesti,

quanti corpi nascondi

vigliaccamente sotto le vesti

meglio nudi

e che la verità sia evidente

solo un cieco dell’anima non vedrebbe la falsità celata

attraverso quell’antica veste.

Non essere ciò che vogliono

ti supplico di essere

ciò per cui la tua anima

è nata

celebrata

da un

cielo che  ricordo

esser dipinto d’ un vivo celeste.

Diamante Indaco

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