Profumo dolciastro di mirtilli: l’autore racconta

Profumo dolciastro di mirtilli: l'autore racconta
Condividi sui tuoi Social

NOTE BIOBIBLIOGRAFICHE

Claudio Maria Zattera nasce a Verona, perito industriale, frequenta la Scuola Militare Alpina di Aosta divenendo sottufficiale degli Alpini. Nella vita civile sposato, due figli, dirigente della sicurezza sul lavoro nel settore ferroviario. Spinto dalla passione per la letteratura e la poesia si iscrive all’Università degli Studi di Padova e all’attività professionale affianca lo studio degli autori classici e moderni. Partecipa attivamente alle iniziative di numerose associazioni culturali, cittadine e nazionali, in particolare del Simposio Permanente dei Poeti Veronesi, e della Rivista Anterem. Le sue poesie, dall’inconfondibile stile ermetico, ricevono significativi apprezzamenti e sono pubblicate su numerose antologie dei premi letterari. Nel 2011 scrive il romanzo “Dialogo ininterrotto – Storia di un Amore Veronese”, 371 pagine, edito da Bonaccorso Editore, dove racconta l’amore speciale, oltre l’esistenza, dei due protagonisti. Il romanzo verità  ottiene il terzo posto al Concorso Letterario Autore di Te Stesso 2012 nella Sezione Editi, organizzato da Recensione Libro.it. Nel 2014 esce la raccolta di poesie “Le poesie rincasano al tramonto”, 160 pagine, Albatros Editore, spirale in versi tra ricordi, esperienze e speranze risulta premiata al Premio Internazionale Michelangelo Buonarroti – II Edizione – Seravezza 2016. L’inizio dell’anno 2022 vede il completamento del secondo romanzo “Profumo dolciastro di mirtilli“, 512 pagine, Bonaccorso Editore che arriva finalista al Premio Internazionale Michelangelo Buonarroti VII Edizione – Seravezza Novembre 2022. Il romanzo racconta la disperata storia d’amore tra Dego, capitano del Regno della Laguna, e Sarah, la sua amata fanciulla della Valle di Bantheon, e la loro lotta contro i sanguinari sicari della Crucifalce. L’attività poetica trova nuova conferma nell’Agosto 2022 con la silloge inedita Dissoluta impoeticità, premiata nella XXXVI Edizione del Premio Lorenzo Montano dell’Associazione Anterem di Verona, e finalista nel Premio Michelangelo Buonarroti nello stesso anno.

DI CHE COSA PARLA IL LIBRO PROFUMO DOLCIASTRO DI MIRTILLI

In una società in cui le derive morali e sociali non sono mai state così profonde e laceranti ho sentito la necessità e il bisogno di fare scendere in campo il “mio” cavaliere “Dego da Veronna”, uomo d’amore e d’arme, per ristabilire i valori perduti. In Dego, anima reincarnata, si agitano sentimenti e virtù forti, vita, amore, coraggio, onestà, lealtà, codice cavalleresco, nobiltà d’animo, e d’altra parte una determinazione perfino violenta di difenderli ed imporli. Il cavaliere Dego, capitano della Marineria del Regno della Laguna, è un personaggio complesso e pieno di sfumature, e l’ambientazione gotico rinascimentale esprime perfettamente l’atmosfera simbolica in cui è inserito. Dego, cavaliere d’amore e d’arme, è un eroe che lotta per una giustizia personale e universale. Affronta le creature dell’Antro, simbolo di un Male arcaico e infernale, con l’obiettivo di ritrovare Sarah, che rappresenta un legame eterno, legato non solo alla vita attuale, ma anche a esistenze passate. È un elemento che amplifica il pathos del racconto e mostra quanto l’amore e il destino siano strettamente intrecciati, sfidando i confini della vita e della morte.   L’atmosfera è evocativa e ha un tono epico e malinconico: Dego, in lotta contro le forze del Male per una giustizia divina e personale, incarna il cavaliere romantico e tragico, un archetipo di riscatto dal dolore. La storia esplora temi profondi come la reincarnazione, il libero arbitrio e l’influenza del destino, con un legame che va oltre il tempo.

SINOSSI

Il romanzo “Profumo dolciastro di mirtilli” racconta la storia di Dego da Veronna (la città Verona esce velata ma riconoscibile dalle numerose tracce che la descrizione riconosce facilmente nei luoghi, negli elementi e nei monumenti caratteristici ai quali l’autore allude, come il fiume Agedi (l’Adige), La fontana della Signora Bianca della Lacrima (Piazza Erbe  con la Berlina e Madonna Verona); Il Tempio (la Chiesa di Sant’Anastasia con i gobbi di marmo e l’affresco del Pisanello “San Giorgio libera la principessa di Trebisonda”; Il Ponte delle Pietre (Ponte Pietra); La Valle di Bantheon, riferita al Pantheon di Santa Maria in Stelle; il Castello di Montherous (il Castello di Montorio), ma non vorrei svelare troppo). Dego da Veronna, Capitano della Marineria del Regno della Laguna, impegnato a trovare aiuto militare per Pamagosta assediata dall’Impero Oltre il Mare (evidente l’accostamento a Famagosta e alla guerra veneto-turca del 1570), torna nella sua città natale e decide di trovare il sogno d’amore che lo tormenta tutte le notti: si tratta della compagna di giochi d’infanzia che si è reso conto di amare da sempre. Dego, anima reincarnata, vuole dichiarare il suo amore eterno, e si reca, accompagnato dall’amico inseparabile Miles, una mattina di marzo, nella piazza del mercato di Veronna. Qui il Capitano, ispirato dalla veggente Sandra, incontra la sua Sarah, così si chiama l’amata, e dopo qualche ovvia difficoltà a farsi riconoscere (Sarah subito lo respinge) dimostra con un bacio nel tempio il suo incrollabile sentimento. Il risveglio di quella passione, però, viene scoperto da Arimodraco principe dei deximoni (creature malvage dell’Antro) e da Aeliphia, sua consorte e Regina della Crucifalce, Signori della Morte entrambi, i quali faranno di tutto per ristabilire l’ordine costituito ed impedire che l’amore tra Dego e Sarah rinasca. Sguinzaglieranno i lori sicari e rapiranno la fanciulla rinchiudendola in una cella fredda e buia dove dovrà rimanere per sempre, e dove Arimodraco svelerà a Sarah un segreto sconvolgente sulla vita di lei e del suo “sognatore”. Imprigionata la fanciulla della Valle di Bantheon, il Re e la Regina dell’Antro daranno la caccia al cavaliere Dego, perché finché il cavaliere vivrà, sognando l’amore, rappresenterà un grave pericolo per la Crucifalce. Dopo una serie di duelli e di inseguimenti, e il sanguinoso attacco al popolo degli Sciolti (popolo nomade, coraggioso e vittima pure esso della crudeltà di Aeliphia, popolo il cui capo ha messo Dego da Veronna sulle tracce della Regina della Crucifalce) e il coinvolgimento di tanti importanti personaggi (Adrian, il capo degli Sciolti; Alina, la regina; Sandra la loro figlia; Hristo il fratellastro; Artrusìa l’alchimista; Stevio e il Popolo del Fiume, Bel e gli Spiriti Primi, e altri) si arriverà allo scontro decisivo, dove il Cavaliere della Laguna, novello San Giorgio, in un finale disperato a fil di spada, si confronterà con le forze del male per difendere la vita di Sarah e riportare al sole  il suo sogno d’amore.

Se si vuole approfondire alcuni temi e metafore sarebbe utile osservare alcuni aspetti precisi:

  1. La missione e il simbolismo dell’Antro

Il conflitto tra bene e male: L’Antro, una dimora di esseri metà uomo e metà inferno, rappresenta una corruzione della natura umana e del mondo stesso. Ogni creatura può riflettere una paura o una colpa che Dego deve affrontare per riscattarsi. Dego lo farà circondandosi anche di valorosi e fidati amici di ribellione. Sono figure simboliche ma reali (in una realtà impossibile?), creature che incarnano il tradimento o l’illusione, e che rendono l’Antro (il Regno di Arimodraco ed Aeliphia) un luogo in cui il protagonista affronta i suoi demoni interiori.

Il Male è metafora di viaggio oscurità: La discesa di Dego nell’Antro è una metafora per la discesa nelle profondità del dolore, della perdita e del proprio inconscio. Qui, il Male non è solo una forza esterna, ma anche un’ombra dell’anima. In questo senso, ogni ostacolo che Dego affronta diventa un passo verso la sua personale redenzione.

  1. Il personaggio di Dego: amore, redenzione e coraggio

Il passato e l’amore eterno: Dego è motivato dall’amore per Sarah, una figura quasi mitica, amata in una vita precedente. Il loro legame reincarnato simboleggia l’indistruttibilità dell’amore vero, che persiste nonostante il tempo e le circostanze. Potremmo espandere il personaggio di Sarah tramite ricordi o visioni che Dego ha di lei, aggiungendo dettagli sulla loro relazione passata e su cosa li unisce così profondamente.

Un cavaliere errante alla ricerca della giustizia: Dego incarna l’archetipo dell’eroe romantico, ma la sua è anche una missione spirituale. Questo viaggio gli permette di crescere, di maturare, di riflettere sulle proprie colpe o su errori di una vita passata, in cui forse non è riuscito a proteggere Sarah. In questo modo, il suo viaggio assume un significato di riscatto e purificazione.

  1. Il viaggio epico e i temi della reincarnazione e del destino

Il concetto di reincarnazione e destino: la reincarnazione dà a Dego un senso di appartenenza al passato e al presente, e rappresenta l’eterno ritorno. È come se fosse destinato a combattere per Sarah in ogni vita. Questa idea di destino crea un alone mitico attorno alla storia e rende il loro amore una forza inevitabile e potente. Forse Dego è stato un cavaliere che in un’altra vita ha fallito, e ora cerca di espiare quel fallimento.

I pericoli e le prove: ogni prova che Dego affronta ha un significato simbolico. Ad esempio, l’incontro con il demone “alleato” lo porta a confrontarsi con il suo senso di giustizia vendicativa.

  1. La conclusione

La battaglia finale metterà Dego di fronte ad una scelta tragicamente difficile, scelta che si scontrerà a sua volta  con il desiderio nobile, a parer mio, e non egoistico, di possedere Sarah e di amarla in modo puro e infinito.

DIO

Non è facile rispondere alla domanda tu credi in Dio? Io mi ritengo un Cartesiano e un Illuminista, sono con Newton, con Galileo, e più in qua con Einstein e il Relativismo, con Schrödinger e la Meccanica Quantistica. Ritengo però che fede e scienza possano camminare insieme e che le religioni rappresentino una testimonianza ed uno scrigno di sapienza e speranza utili a portarci fino alla soluzione del perché della vita, e di questa vita. Finchè non si conosce il perché non potremo cogliere fino in fondo né funzionamento né essenza della nostra esistenza, ma siccome non eludo mai le domande faccio rispondere al capitano Dego, il mio romanzo è intriso di trascendente e Dego rappresenta un poco la mia anima di credente inquieto. Il capitano incontra, di nuovo direi, il ricordo gli giunge da una vita precedente, la sua amata anima gemella nel tempio di Dio di tutti gli altari. Dego combatterà per il suo amore chiedendo la benedizione dal suo Dio e lucidando il filo della sua spada.

Nel capitolo in cui incontra Sarah, la difficoltà della ragazza ad accettare lastoria del cavaliere è evidente, e lui si confessa “Serviva darle tempo, pretendere che accettasse una storia tanto complessa prima di sapere almeno chi fosse il riferitore, significava follia. Il bambino della trottola non sarebbe stato confondibile con il militare affannato che sproloquiava d’amore. Il cielo mi venne in aiuto, mi piacque spiare l’indefinibilità che ispirava”. Il cielo gli venne in aiuto. E ancora, prima di entrare, sentendosi grande peccatore: “Entrerò, Dio di tutti gli altari! Ti giuro che entrerò… seppure io sia indegno di accostarmi, ascolta le mie pene: dammi l’amore che mi appartiene!”. E nel momento più difficile: “Dio di tutti gli altari, io cerco amore!», invocai, «che cosa vuol dire tutto questo? Perché sono sprofondato in un baratro di violenza?”.

Non c’è dubbio, quindi, sulla fede di Dego da Veronna, capitano della Marineria della Laguna.

LA GENTE LEGGE POCO

Le statistiche globali indicano che in molte aree le persone leggono meno rispetto al passato. Questo fenomeno è attribuibile a vari fattori: tempo limitato e stili di vita frenetici, influenza dei media digitali, cambiamento delle abitudini di consumo dell’informazione, declino dell’educazione alla lettura (in alcune culture e sistemi educativi, si pone meno enfasi sul piacere della lettura e più su letture obbligatorie), stress e capacità di concentrazione ridotta. Se a questo aggiungiamo il modello culturale attuale basato sulle mode e sull’emotività, mi vengono in mente il politically correct, il movimento woke, le questioni sociali come il genere, l’immigrazione e i confini, si può comprendere che le abitudini di lettura possano subire condizionamenti e cambi il tipo di contenuto che viene consumato. E’ stata accantonata l’analisi profonda a favore della ricerca della gratificazione immediata; a favore della dominanza dei falsi rispetto alla sostanza; a favore di testi con filtri e algoritmi sui social media, quindi di un circolo chiuso, in cui si riduce la curiosità per testi complessi o contrastanti che potrebbero ampliare la prospettiva di lettura; a favore della sensazione di “saturazione” informativa. In una formula: troppi eroi speciali, e poca fedeltà alla realtà e all’accettazione del pensiero difforme. L’attuale modello culturale, focalizzato sulle mode e su un consumo rapido di informazioni, può contribuire a rendere meno attraente la comprensione approfondita. Trovare un equilibrio tra riflessione e attualità, semmai fossimo ancora in tempo, potrebbe aiutare a recuperare un rapporto più duraturo e consapevole con la lettura.

PROSSIMI PROGETTI

Tanti. Ma la letteratura è una cosa seria, e a me piace anche (soprattutto?) la forma. Uno dei progetti immediati è mandare in stampa la mia raccolta di poesie (ne sento un poco la mancanza) ultima in cui propongo un uso del sonetto, modalità espressiva che ritengo ancora non del tutto esplorata, in chiave moderna. Parte della mia raccolta è stata presentata nel 2023 al Premio Michelangelo Buonarroti di Seravezza (LU) arrivando alla fase finale del premio. E altro mio progetto è il terzo romanzo, già redatto nelle linee principali e che vorrei mandare in stampa per i primi mesi del 2025. E infine il progetto fondamentale: leggere, leggere, leggere… e cercare di capire.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *