Le Origini del Carnevale di Putignano
Nel 1394, anno di nascita del Carnevale di Putignano, la costa pugliese era minacciata dalle incursioni saracene, causando timori di saccheggi tra gli abitanti e i Cavalieri di Malta. La decisione fu unanime: proteggere le preziose reliquie di Santo Stefano Protomartire, custodite a Monopoli, trasferendole nell’entroterra. Putignano, per la sua posizione strategica, fu scelta come destinazione.
Il 26 dicembre 1394, le reliquie furono portate in processione nella chiesa di Santa Maria la Greca, un evento che diede inizio ad una lunga tradizione.
La Festa delle Propaggini e gli Inizi del ‘900
La leggenda vuole che durante la processione, i contadini di Putignano, abbandonando i campi, si unissero festanti al corteo, ballando e cantando. Nacque così la Festa delle Propaggini, segnando l’inizio del Carnevale più lungo d’Italia e il più antico d’Europa.
Nella prima metà del ‘900, l’artigianato locale divenne protagonista del Carnevale, con carri allegorici sempre più elaborati. La sfilata coinvolgeva l’intera comunità, trasformando il Carnevale in una festa per tutti.
Riti a Dionisio e i Nostri Giorni
Alcuni studiosi collegano il Carnevale di Putignano a riti propiziatori verso il dio Dioniso durante la colonizzazione greca. Il 1394 potrebbe rappresentare la cristianizzazione di una festa pagana preesistente.
Oggi, dal 26 dicembre al martedì grasso, il Carnevale di Putignano è un mix di riti sacri e profani. I giovedì sono dedicati a satira sociale, rappresentando diverse categorie sociali, con il culmine nel martedì grasso, segnato dai 365 rintocchi della Campana dei Maccheroni, che sanciscono la fine del Carnevale e l’inizio della Quaresima.
Tradizioni del Carnevale di Putignano: Festeggiamenti e Riti Unici
Le Propaggini del 26 dicembre aprono le celebrazioni del Carnevale di Putignano, un affascinante viaggio tra satira e cultura popolare. Il passaggio del cero, le Propaggini e la Festa dell’Orso sono solo alcune delle antiche tradizioni che animano il centro storico.
Giovedì di Carnevale: Satira e Rappresentazioni
Dal 17 gennaio, i giovedì sono dedicati a rappresentazioni satiriche, coinvolgendo Monsignori, Preti, Monache, Vedovi, Pazzi, Donne sposate e Cornuti. Il giovedì dei Cornuti, con il rituale del taglio delle corna, è particolarmente sentito.
Festa dell’Orso e Rito dell’Estrema Unzione
Il 2 febbraio, la Festa dell’Orso celebra la purificazione con una rappresentazione teatrale. Il martedì grasso, l’estrema unzione del Carnevale precede il suo “funerale”, con un corteo funebre e il rogo del maiale di cartapesta.
La Campana dei Maccheroni: Fine del Carnevale
La Quaresima inizia con la Campana dei Maccheroni, i 365 rintocchi che segnalano la fine dei festeggiamenti. Gli ultimi momenti sono dedicati a balli, pasta e vino.
Carri Allegorici e Maschere di Carattere
Il Carnevale di Putignano è celebre per i magnifici carri allegorici, frutto dell’arte della cartapesta. I Capannoni, laboratori storici, ospitano la creazione di queste opere d’arte. Le maschere di carattere, curate dalle giovani leve locali, completano la festa con la loro creatività e passione.
Le Propaggini: Danza tra Storia e Leggenda
La Festa delle Propaggini, sospesa tra storia e leggenda, inaugura il Carnevale di Putignano il 26 dicembre. Legata alla traslazione delle reliquie di Santo Stefano nel 1394, questa celebrazione fonde sacro e profano, ricordando un evento religioso cruciale con un tocco dissacrante e satirico.
Storia delle Propaggini: Unione tra Sacro e Profano
Nel 1394, per proteggere le reliquie di Santo Stefano dalle incursioni saracene, furono trasferite da Monopoli a Putignano. La processione del 26 dicembre vide i contadini abbandonare campi e lavoro per unirsi al corteo, dando vita alla Festa delle Propaggini. La tradizione orale tramanda che, durante il passaggio della processione, i contadini ballavano, cantavano e recitavano versi satirici in vernacolo.
La Sfida della Festa delle Propaggini: Satira e Tradizione
La festa è una sfida pacifica in vernacolo, protagonista di una folcloristica esibizione. Gruppi e poeti dialettali, chiamati “propagginanti”, vestiti da contadini, recitano cippon, versi satirici contro politici e personaggi cittadini. Questa tradizione, riconosciuta per la sua satira e padronanza del dialetto, svolge un ruolo purificatorio nella comunità, denunciando le problematiche cittadine attraverso la satira per auspicare un futuro migliore.
Il Simbolismo del Cèppone: Vite e Sessualità
I propagginanti si alternano sul palco di Piazza Plebiscito, piantando il cèppone, simbolo della festa. Questo elemento ha un doppio significato: rappresenta sia la pianta della vite sia l’organo sessuale maschile. La giuria valuta satira, dialetto, rispetto della tradizione, efficacia dei testi e recitazione per determinare il gruppo vincitore.
La Fondazione Carnevale di Putignano
La Fondazione Carnevale di Putignano, riconosciuta ufficialmente, è il cuore pulsante di queste tradizioni millenarie, custode di un patrimonio unico che unisce passato e presente.
Farinella: Cuoco, Briccone e Eroe
Origini di Farinella: La Maschera Goliardica di Putignano
Farinella, icona del Carnevale di Putignano, trae il suo nome da un piatto simbolico della cucina locale, una farina pregiata ottenuta da ceci e orzo. Inizialmente raffigurato come un ubriacone sgangherato senza tratti distintivi, l’evoluzione di Farinella iniziò negli anni ’50, quando l’artista Mimmo Castellano, su richiesta del presidente del Carnevale, lo trasformò in una figura colorata e allegro, ispirata ad Arlecchino e al Jolly delle carte da gioco.
L’Allegria di Farinella: Un Simbolo di Vita e Tradizione
Con un abito a toppe multicolori, un gonnellino rosso e blu, e un cappello a tre punte con campanelli, Farinella rappresenta il carattere gioioso e ironico dei cittadini di Putignano. La maschera incarna l’orgoglio per la propria terra e il dialetto locale, diventando il simbolo di un Carnevale che celebra la vita con allegria, riflessione, malinconia, gioia ed eccesso.
Da Ubriacone a Eroe: Il Salvataggio di Putignano
La leggenda di Farinella si estende oltre l’allegria carnascialesca. Un giorno, uscendo dal forno, Farinella non era solo il fornaio di sempre ma un improbabile eroe. Nel XIV secolo, minacciati dai saraceni, la sua astuzia salvò la città. Propose un ingegnoso piano: fingere una pestilenza e far credere ai saraceni che la città fosse in quarantena. Il piano riuscì, e Putignano fu risparmiata. Farinella, il fornaio astuto, divenne l’eroe cittadino e la maschera di carnevale.
Filastrocca di Farinella: Il Canto dell’Allegria e della Gastronomia
Di Arlecchino i colori, di Brighella il fare astuto, di Pulcinella la voglia di bighellonare: ecco Farinella. Cuoco e festaiolo, la sua specialità è la farina di ceci e orzo, condita con fichi freschi. Sempre allegro, ama il buon vino e la vita conviviale. Nella sua nuova veste, Farinella incarna l’anima del Carnevale di Putignano, portando allegria e risate in ogni stagione.
Cecè: L’Alter Ego di Farinella
Cecè, la giovane maschera femminile del Carnevale di Putignano, emerge come l’alter ego di Farinella, la sua controparte nascosta. Il nome “Cecè” è un omaggio ai ceci, uno degli ingredienti chiave per creare la farinella, piatto simbolo della città. L’origine di Cecè risale al manifesto del 1954 di Mimmo Castellano, in cui lo sfondo nero di Farinella prende vita, dando vita a una maschera femminile dai colori bianco e nero.
La Complementarietà di Cecè e Farinella
Cecè è sempre stata dietro le quinte, sottolineando la vivacità di Farinella. Mary Adone della Fondazione del Carnevale di Putignano riconosce Cecè come l’Alter Ego di Farinella, una personalità interiore che si contrappone e completa la maschera variopinta. Nel 2019, Cecè prende vita grazie all’interpretazione di Viviana Simone durante le Propaggini, narrando la genesi della maschera attraverso una messa in scena curata dall’associazione “Teatro dei Leggeri”.
Caratteristiche di Cecè: Contrasti e Complementi
Cecè, precisa e arguta, contrasta Farinella non solo nei colori dell’abbigliamento ma anche nei modi e nel carattere. Mentre Farinella è spensierato e irriverente, Cecè è saccente, elegante e riflessiva. Il nome di Cecè, breve e tronco, si oppone a Farinella, un nome lungo e piana, rispettando principi di opposizione e complementarietà. La maschera di Cecè presenta un volto coperto da una maschera domino nera, frange misteriose e un abito geometrico bianco e nero, con tocchi di rosso per un tocco malizioso.
Il Ritmo della Danza tra Cecè e Farinella
L’ampia gonna di Cecè, con un sottogonna nero, crea un effetto visivo intrigante quando sollevata, facendo svanire Cecè nel suo stesso abito e creando uno sfondo nero per Farinella. Con la musica, i coriandoli e i sorrisi del Carnevale, Cecè rinasce, e insieme a Farinella, inizia a danzare. Una danza di contrasti e complementi, simboleggiando la dualità di queste due maschere che insieme portano vita e allegria al Carnevale di Putignano.